Nanoplastica

Per nanoplastiche si intendono i frammenti formatisi dalla degradazione delle microplastiche di origine antropica.[1] Non esiste una definizione esatta in letteratura, e non c'è ancora molta chiarezza sull'importanza di questo termine,[1] ma ci sono ricerche che dimostrano che hanno un comportamento diverso rispetto alle microplastiche. Non si devono confondere con i nanomateriali, che sono appositamente fabbricati dall'uomo per scopi mirati,[1] mentre le nanoplastiche sono prodotte dalle macroplastiche interagendo con le diverse matrici e fenomeni ambientali in modo casuale. La loro classificazione dentro la scala dimensionale è ancora un dibattito nella comunità scientifica; alcuni scienziati impostano un limite di 100 nm altri di 1000 nm.[2][1] La definizione data dall'Organizzazione internazionale per la normazione (ISO) dice che sono considerate nanoparticelle gli oggetti cui dimensioni esterne rientrano nella nanoscala (da 1 a 100nm).[2] Le nostre conoscenze su queste particelle sono scarse rispetto alle microplastiche perché i metodi di campionamento e analisi sono differenti,[3] ma le indagini sono incrementate con l'aumento della contaminazione da plastica nei vari ecosistemi sul nostro pianeta.[1]

Le NP (nanoplastiche) condividono spazio con le MP (microplastiche), dato che la maggior parte proviene dalla degradazione di queste, dunque su tutto il pianeta, dai poli artici, all'equatore fino alle basi più profonde dell'oceano.[2] A partire dagli anni '70 si sono scoperti innumerevoli particelle microscopiche di plastica nella superficie degli oceani, sedimenti oceanici e nelle colonne d'acqua dei corpi acquatici.[2] Successivamente sono state scoperte le NP ovunque si trovassero anche le MP. Sono ormai così diffuse che vengono ritrovate in quantità modeste persino nelle acque trattate per il consumo di diverse città. Difatti prima di arrivare nelle acque le materie plastiche devono subire un processo di consumo e di scarto sulla terraferma. Le MNP (micro e nanoplastiche) sono quindi ritrovabili anche negli alimenti del settore agricolo come ad esempio nel riso e nei vegetali.[2]

Sono principalmente contaminanti marini e si stima che ci sono centinaia di migliaia di tonnellate galleggiando nelle superfici dei principali ecosistemi marini. La quantità e caratteristiche fisico-chimiche delle MNP in habitat acquatici marini e dolci varia in maniera significativa secondo la zona.

Attraverso vari metodi di analisi, sia quantitativi che semi-quantitativi, si sono trovate nanoplastiche in ambienti marini, fiumi, acque superficiali regionali o in mare aperto e in neve ad alte altitudini nelle Alpi. Questo dimostra che possono essere trasportate in posti molto lontani da dove sono state originate, infatti si è dimostrato che l'aria è un veicolo delle MNP.

  1. ^ a b c d e Julien Gigault, Alexandra ter Halle e Magalie Baudrimont, Current opinion: What is a nanoplastic? (PDF), in ELSEVIER.
  2. ^ a b c d e Ayodeji Amobonye, Prashant Bhagwat e Sindhu Raveendran, Environmental Impacts of Microplastics and Nanoplastics: A Current Overview, in Frontiers in Microbiology, vol. 12, 15 dicembre 2021, DOI:10.3389/fmicb.2021.768297. URL consultato il 6 aprile 2022.
  3. ^ Dušan Materić, Helle Astrid Kjær, Paul Vallelonga, Jean-Louis Tison, Thomas Röckmann, Rupert Holzinger, Nanoplastics measurements in Northern and Southern polar ice, Environmental Research, Volume 208, 2022, 112741, ISSN 0013-9351, https://doi.org/10.1016/j.envres.2022.112741.(https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0013935122000688)

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